1. Viene fondata la Fergat-Società anonima Ferrabino

  2. Viene inaugurato lo stabilimento di Caluso

  3. La Fergat espande la produzione con uno stabilimento in Spagna

  4. Fergat è acquisita dalla Cln che ne muta la ragione sociale in Magnetto Wheels Italia.

Fergat

Una fabbrica nel cuore di Torino

Invertendo una tendenza avviatasi già a fine Ottocento, nel 1922 la Fergat-Società anonima Ferrabino, azienda specializzata nella produzione di componenti metalliche per auto, apre i battenti in via Cernaia. Già nel 1930, però, si sposta nei nuovi stabilimenti in via Millio, dove amplia la produzione con radiatori per automobili, parti meccaniche e componentistica per veicoli militari.

L’Arsenale militare di Torino diventa uno dei maggiori clienti dell’azienda, tanto che nel 1938 inaugura uno stabilimento a Caluso, che diverrà uno dei maggiori produttori di ruote per utilizzo bellico durante la guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale. Durante il conflitto lo stabilimento torinese rimane sensibilmente danneggiato e, pertanto, la produzione è trasferita interamente a Caluso; riprenderà la produzione nell’immediato dopoguerra.

La ripresa post-bellica, il boom e il declino

La riconversione nei primi anni di pace vede la Fergat in affari con la Innocenti, per la quale inizia a realizzare le ruote e le scocche della Lambretta. Avvia, inoltre, la produzione di staffe, carrelli componibili e ruote per macchine a uso agricolo.

Nel 1958 chiude lo stabilimento di Caluso e, agli inizi degli anni sessanta, negli spazi ampliati e ammodernati di via Millio riprende la produzione di parti in lamiera stampate per Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Nel 1961, forte dei suoi successi nazionali, l’azienda apre uno stabilimento nei pressi di Barcellona, interamente destinato alle ruote agricole di grandi dimensioni.

L’aumento produttivo anche in Italia sprona, nel 1974, all’acquisto dello stabilimento della Castor di Cascine Vica, riassumendone, l’anno successivo, i dipendenti da tempo in cassa integrazione. Nel 1990 lo stabilimento è acquisito dalla Cln che muta la propria ragione sociale in Magnetto Wheels Italia.

Lo stabilimento di via Millio, ormai insufficiente, è dismesso definitivamente nel 1977. Negli anni ottanta è acquisito dal Comune di Torino che, grazie a un progetto di riqualificazione urbana, lo trasforma in un articolato polo culturale. Una parte dei locali ospita il Centro per l’arte contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; la palazzina degli uffici è invece destinata ad alcuni servizi amministrativi della III Circoscrizione della Città di Torino.

Riferimenti bibliografici

MuseoTorino

Cln group