Albergian

Dagli hotel agli alimentari

Nel 1908, quando decide di aprire l’Albergian Hotel a Pragelato, Serafino Ponsat ha alle spalle una lunga esperienza come portiere d’albergo nelle migliori strutture di Parigi, Lione e Nizza. Non porta con sé in Val Chisone solo una solida competenza, ma anche idee innovative come quella di aprire all’interno dell’hotel la bottega della “Casa specialità prodotti alpestri Albergian” che vende lavorazioni artigianali realizzate in proprio.

Utilizzando materie prime locali, soprattutto erbe, frutti e miele, Serafino Ponsat avvia così la produzione di caramelle balsamiche, liquori, composte, confetture, frutta sciroppata, mostarda e antipasti di verdure. Nel 1933 deposita il marchio aziendale consistente nella sola parola Albergian, che è registrato ufficialmente l’anno successivo.

Il bombardamento dell’azienda

In breve i prodotti si diffondono presso una clientela più ampia rispetto ai soli ospiti dell’hotel, riuscendo a superare, pur con gravi difficoltà, anche i tragici periodi delle due guerre mondiali. Durante il secondo conflitto la sede dell’azienda è bombardata e saccheggiata, ma nel 1945, sotto la guida di Giacomo Tillino, nipote di Serafino Ponsat, riprende a pieno ritmo l’attività.

Un’azienda artigianale internazionale

Nel 1960, in pieno miracolo economico, l’Albergian apre il suo secondo negozio a Pinerolo nella sede dello storico caffè Musso. Negli anni successivi l’azienda avvia progressivamente l’esportazione dei propri prodotti in tutta Italia, diventando un marchio prestigioso e ricercato.

Forte della solida conduzione familiare, la guida passa prima al figlio di Giacomo Tillino, Adriano, e, dal 2000, al nipote Giacomo che, conservando la politica di incremento delle esportazioni, riesce a conquistare i mercati esteri da Tallinn a New York fino a Melbourne, mentre in Italia apre nuove botteghe.

Nonostante il crescente sviluppo della produzione l’Albergian è riuscita a mantenere nei decenni la struttura di un’azienda artigianale, prediligendo la qualità alla quantità.

> Guarda l’intervista a Adriano e Alberto Tillino