1. A Torino Silviano Venchi apre il proprio laboratorio di confetti e caramelle

  2. La Venchi prende la forma di società anonima

  3. La società si fonde con la Società anonima Unica, dando vita alla Venchi Unica

  4. L’adesione massiccia degli operai allo sciopero del marzo blocca la produzione

  5. Lo stabilimento viene chiuso e la Venchi rimane una piccola realtà locale

  6. Dalla fusione con Cuba nasce la Cuba Venchi

  7. L’azienda acquisisce la Camelot

Venchi Unica

140 anni di storia

La storia della Venchi Unica affonda le proprie radici nel XIX secolo e si intreccia con la vivacità dell’industria torinese nella prima metà del Novecento.

Nell’anno 1878 Silviano Venchi apre il proprio laboratorio di confetti e caramelle nel cuore del borgo Vanchiglia, in via Artisti. Il successo di vendite gli consente, vent’anni dopo, di trasferire quella che è diventata la Silviano Venchi & C. in un locale più ampio nella stessa zona. Nel 1905 diventa una società anonima e il consiglio di amministrazione delibera la costruzione di un nuovo stabilimento in corso Regina Margherita, su progetto di Pietro Fenoglio. I 500 dipendenti producono un’ampia gamma di dolciumi: confetti, tavolette zuccherine e pastiglie, fondenti e confetture, caramelle e liquirizie. Nel 1922, alla morte del fondatore, Silviano Venchi, la direzione passa a Gerardo Gobbi, che nel 1926 avvia anche la produzione di biscotti, gallette e wafer.

La fusione tra la Venchi e la Unica

Nel 1934 la società si fonde con la Società anonima Unica, dando vita alla Venchi Unica. Fondata nel 1924 dal finanziere Riccardo Gualino, la Unica è un gruppo che riunisce le fabbriche Michele Talmone, Moriondo&Gariglio, Cioccolato Bonatti e Gallettine&Dora Biscuits. Stabilisce la propria sede nel quartiere di Pozzo Strada, in uno stabilimento dove arrivano a lavorare 1500 operai e 300 impiegati. La produzione si concentra sul cioccolato, le caramelle, i confetti e biscotti.

Quando Gualino è costretto ad affrontare una grave crisi finanziaria, cede la Unica alla Venchi. L’edificio Liberty di corso Regina Margherita diventa nel frattempo sede dell’Opificio militare; sarà abbandonato durante l’armistizio del 1943. La produzione è pertanto spostata nello stabilimento di Pozzo Strada, che è modernizzato e ampliato. I dipendenti, quasi tutte donne, sono impegnati nella realizzazione di nuovi prodotti, molto ben pubblicizzati, come le caramelle alla nocciola “nougatine”.

Nel 1944 l’adesione massiccia degli operai allo sciopero del marzo blocca la produzione e, durante l’insurrezione del 25 aprile 1945, dallo stabilimento presidiato dagli operai parte una violenta sparatoria contro una divisione tedesca.

Nell’immediato dopoguerra la produzione riprende a pieno ritmo e si concentra sulla lavorazione del cioccolato, raggiungendo nel 1960 i 5000 dipendenti e i 300 punti vendita. L’azienda entra in una grave crisi a fine anni settanta dopo essere finita sotto il controllo finanziario del faccendiere Michele Sindona. Lo stabilimento è chiuso nel 1978 e la Venchi rimane una piccola realtà locale.

I cambiamenti degli ultimi vent’anni

Nel 2000 un gruppo di investitori privati acquisisce la fabbrica di cioccolato Cuba (Cussino biscotti e affini), fondata nel 1946 a Cuneo da Pietro Cussino e specializzata nei cuneesi al rum, praline di cioccolato fondente ripiene di crema al liquore. La fusione con la Venchi dà vita alla Cuba Venchi, che torna poi al nome originario di Venchi. Nel 2006 l’azienda acquisisce la Camelot, assicurandosi il suo innovativo sistema di produzione del gelato e lancia dall’anno successivo a livello nazionale e internazionale la Cioccogelateria, negozio monomarca di gelato e cioccolato artigianali.

Nel 2018, a 140 anni dalla fondazione, la Venchi supera i 100 negozi presenti in più di 70 paesi in tutto il mondo:  da Londra e Hong Kong, da Dubai a New York.

Riferimenti bibliografici

MuseoTorino

Venchi – Cioccolato dal 1878