1. L’azienda francese apre la sua prima sede italiana a Torino

  2. L'azienda investe nella realizzazione di spazi destinati ad attività ricreative

  3. L'azienda si espande costruendo nuovi stabilimenti in Piemonte

  4. Lo stabilimento di Torino viene chiuso definitivamente

  5. Nella sede torinese dell'azienda è inaugurato il museo A come Ambiente.

Michelin

La prima sede italiana della famosa azienda francese

L’azienda francese Michelin, produttrice di copertoni e camere d’aria, apre la sua prima sede italiana a Torino nel 1906. La scelta pare quasi obbligata: la città è in forte espansione e l’industria automobilistica non ha paragoni nel paese.

Lo stabilimento che la accoglie è costruito appositamente; si sceglie l’area dell’attuale via Livorno, lungo il fiume Dora, per la vicinanza sia alla centrale elettrica cittadina sia allo scalo ferroviario Valdocco, lungo la linea Torino-Milano. Nel 1907 la Michelin produce il primo pneumatico torinese, impiega circa un migliaio di dipendenti e la maggior parte della lavorazione è di tipo manuale. Fino agli anni cinquanta sarà lo stabilimento italiano più importante per la produzione di ogni tipo di pneumatici per automobili, biciclette, moto, mezzi pesanti, agricoli e aerei. La particolarità del brevetto dei pneumatici Michelin, dotati di un intreccio di fili d’acciaio che ne garantisce robustezza e durata, sarà acquisita nel tempo da tutti i produttori del settore.

L’espansione e il welfare aziendale

Durante la prima guerra mondiale lo stabilimento torinese è soggetto a una serie di ampliamenti e ammodernamenti necessari alle esigenze produttive belliche, che lo portano a raggiungere una superficie complessiva di 150.000 metri quadrati. Terminato il conflitto, l’azienda non solo non subisce contraccolpi dovuti alla riconversione, ma vede aumentata la produzione. Il piccolo cotonificio interno, che produce la tela necessaria alle lavorazioni, risulta ormai inadeguato e, nel 1927 la Michelin sposta la produzione a Trento, approfittando della legge destinata a “favorire l’incremento industriale nelle regioni redente”.

Nel corso degli anni trenta la direzione della Michelin, su richiesta di alcuni dipendenti, decide di investire in maniera consistente nella realizzazione di spazi destinati ad attività ricreative. Nel 1937, su progetto dell’ingegner Giuseppe Canestri, sono pertanto costruiti i locali che si affacciano su corso Umbria. La struttura, in stile razionalista, si presenta fin da subito multifunzionale e particolarmente accogliente. Non mancano gli impianti per diverse specialità sportive e artistiche: bocce, tennis, basket, pallavolo e danza classica, accanto ai quali sorgono a una biblioteca con un’ampia sala lettura, un teatro con 680 posti, dotato sia di palcoscenico sia di cabina di proiezione cinematografica, un locale dedicato all’insegnamento musicale. Nel 1956 sarà costruita una nuova palestra, all’epoca la più grande di tutto il Piemonte.

La crisi durante la seconda guerra mondiale e la ricostruzione

Poco prima della dichiarazione di guerra alla Francia, la direzione fa trasferire tutti i macchinari speciali in patria. L’irritazione presso i vertici del fascismo è immediata, tanto che l’intero impianto produttivo è messo sotto sequestro e la gestione è affidata alla Pirelli, che fornisce il materiale necessario alle lavorazioni. La produzione risulta sensibilmente ridimensionata, destinata esclusivamente alla fabbricazione di gomme per biciclette e mezzi militari. Nel 1942 i bombardamenti alleati lesionano considerevolmente lo stabilimento, anche se non in modo irreparabile.

Tutte queste problematicità rendono i primi tempi del dopoguerra particolarmente gravosi, ma anche promettenti. La direzione francese ritorna in possesso dei locali, che sono ripristinati; particolare impegno è profuso per la formazione della nuova manodopera. A tal fine l’azienda sigla un accordo con l’istituto professionale Casa di Carità e Mestieri, in base al quale è offerto ai figli dei dipendenti un ciclo triennale di studi, che li prepara all’inserimento nell’organico aziendale.

Dal boom alla chiusura

Anche la Michelin gode dei frutti del boom economico e nella seconda metà degli anni cinquanta la produzione riprende a pieno ritmo. Acquisendo un edificio del Cotonificio Valle Susa di corso Umbria, arriva a occupare più di 4000 dipendenti. Tra il 1963 ai primi anni settanta apre nuovi stabilimenti in Piemonte, a Cuneo, Alessandria, Torino Stura e Fossano, i cui moderni macchinari rendono progressivamente obsoleta la produzione torinese.

Nel 1982 un ulteriore stabilimento di 10.000 metri quadrati è costruito a Torino Stura: prende avvio l’irreversibile declino degli impianti lungo la Dora, che chiudono definitivamente nel 1998. Una parte dell’area è abbattuta e destinata alla costruzione di un ipermercato; rimangono invece intatti il complesso del dopolavoro, alcuni uffici e l’antica ciminiera, a memoria dei tempi passati. Nel 2004, nell’ex edificio 37, che ospitava una sede dei vigili del fuoco, interna alla Michelin, e la mensa aziendale, è inaugurato il museo A come Ambiente.

Riferimenti bibliografici

MuseoTorino