1. Sella e Piacenza depositano il marchio Lana Gatto

  2. La Filatura di Tollegno diventa Lanificio Bona di Carignano

  3. Il Lanificio Maggia registra il marchio Lana Alpina

Filatura di Tollegno – Lanificio Maggia

Da Biella a Torino

Nel 1900 le famiglie biellesi di imprenditori lanieri Sella e Piacenza fondano la Società Filatura di Tollegno e nel 1908 depositano il marchio Lana Gatto, destinato a fama duratura.

Dato l’incremento della produzione e valutata l’esigenza di ampliare la propria notorietà, i dirigenti dell’azienda decidono di avviare la costruzione di uno stabilimento a Torino, il cui primo nucleo è completato già nel 1910. Situato nell’attuale piazzale Croce Rossa, è progettato dall’ingegner Pier Maria Dogliotti. Inizialmente è costituito da un fabbricato di due piani destinato agli uffici e da due capannoni industriali, uno in via Norberto Rosa e l’altro nel cortile interno della struttura; successivamente i locali sono ampliati e la struttura si arricchisce di altri spazi su corso Sempione su progetto degli ingegneri Dogliotti e Annibale Tioli.

Nel 1914, secondo i dati forniti dal Censimento industriale, risultano lavorare nella Filatura 41 uomini e 45 donne, 164 donne minorenni e 16 fanciulli, questi ultimi così numerosi perché destinatari di stipendi considerevolmente più bassi.

Cambiamenti di proprietà

A partire dal 1925 l’azienda sceglie di riportare la produzione della filatura della lana a Tollegno, dove prosegue tuttora, mentre lo stabilimento di Torino passa al Lanificio Bona di Carignano che procede a un ulteriore ampliamento nel corso degli anni trenta. Assume successivamente la denominazione di Sasit (Società anonima stabilimenti industrie tessili), cui subentra, negli anni cinquanta, il Lanificio di Torino Maggia. Già noto in città, nel 1940 aveva registrato due marchi, il lanificio ha il periodo del suo massimo sviluppo tra gli anni cinquanta e sessanta. Nel 1954 registra un marchio particolarmente elaborato costituito da “una etichetta rettangolare entro la quale vedesi una montagna ricoperta di neve su cui vi è una slitta portante tre uomini ben coperti e con una lunga sciarpa di lana svolazzante. Sotto questa figura leggesi su due linee: – Lana Alpina – e più sotto – Marca Slitta”.

L’azienda passa anche alla produzione di tessuti pregiati e, dopo anni di crescita, inizia un declino irreversibile che si conclude negli anni settanta, quando chiude definitivamente. Lo stabilimento passa alla Società Lanificio di Torino, che lo sottopone a un’accurata e imponente ristrutturazione, conservando buona parte dei capannoni dell’epoca.

Attualmente nella vecchia struttura industriale hanno sede più di un centinaio di aziende, perlopiù impegnate in attività commerciali e artigianali.

Riferimenti bibliografici

Banca dati MaToSto

MuseoTorino