1. Emilio Wild e Augusto Abegg avviano la costruzione di un imponente cotonificio

  2. La società cambia nome in Cotonificio Valle di Susa di A. Abegg e C.

  3. Il cotonificio prende il nome di Società anonima Cotonificio Valle di Susa

  4. Felice Riva dichiara il fallimento dell'azienda

Cotonificio Valle Susa

Dall’Ottocento agli anni trenta

Emilio Wild e Augusto Abegg, entrambi discendenti di facoltose famiglie svizzere di finanzieri, fondano a Torino la società Wild & Abegg, avviando nel 1893 la costruzione di un imponente cotonificio lungo il canale Meana. Su progetto dell’ingegner Cesare Serra lo stabilimento si erge in regione Valdocco, all’angolo degli attuali corso Umbria e via Treviso. Nel corso di pochi anni, grazie all’incremento produttivo dovuto al successo delle vendite, raddoppia le proprie dimensioni.

La società, che negli anni procede all’acquisizione di altre industrie tessili, è liquidata nel 1914 per essere trasformata nel Cotonificio Valle di Susa di A. Abegg e C. e, dal 1923, nella Società anonima Cotonificio Valle di Susa. Alla fine degli anni venti l’azienda possiede stabilimenti in tutta la provincia di Torino, a Pianezza, Sant’Antonino, Borgone, Bussoleno, Susa, che occupano complessivamente circa 5000 operai.

Il cotonificio di Torino si concentra sulla lavorazione di tessuti quali calicot, cambric satin, varie tipologie di raso, makò egiziano e stoffe per copertoni; realizza inoltre in proprio la garzatura, il procedimento che rende morbide e soffici le stoffe.

L’azienda avvia anche una considerevole attività di welfare aziendale, occupandosi della costruzione o dell’acquisizione, in corso Umbria e in via Ascoli, di palazzine destinate ad alloggi per i dipendenti, a un dopolavoro aziendale, una biblioteca, una sala polivalente e, in uno spazio in via Capua, facendo costruire un campo sportivo. Attualmente le palazzine di corso Umbria sono sede della Polizia municipale e dei Carabinieri.

Declino e fallimento

Nel corso della seconda guerra mondiale il cotonificio di Torino subisce danni non troppo gravi a causa dei bombardamenti; non riesce però a reggere la sfida del dopoguerra. Nel 1947 la famiglia Abegg vende le proprie azioni all’imprenditore Giulio Riva che la porta fuori dalla crisi, ma la sua morte prematura segna il declino del cotonificio. Nelle mani del figlio Felice, a causa di azzardate speculazioni finanziarie, l’azienda si avvia verso un declino irrevocabile che si conclude con il fallimento nel 1969.

Già da 1949 al 1952 la maggior parte degli edifici dello stabilimento è demolita, rimane in piedi solo un’elegante palazzina in cui la Michelin, che a inizio anni cinquanta acquista l’intera area, vi insedia uno dei più prestigiosi dei suoi uffici tecnici.

Nel 1959 l’azienda registra un marchio di impresa internazionale, consistente nella dicitura “CAPRI SUSA, S’USAVA, S’USA, S’USERÀ”, che la dovrebbe tutelare per i successivi vent’anni. Purtroppo non sarà così.

Riferimenti bibliografici

MuseoTorino

Studio Graffio