1. L’imprenditore Virginio Bruni Tedeschi fonda la Ceat

  2. L’azienda entra nel settore della gomma

  3. La Ceat inizia a fabbricare pneumatici

  4. Inizia un periodo di grande espansione che porta la Ceat a diventare una multinazionale

  5. L'azienda è ceduta alla finanziaria Sofit

Ceat – Cavi elettrici e affini Torino

Le origini

L’imprenditore Virginio Bruni Tedeschi fonda nel 1925 la Ceat, fabbrica di cavi elettrici e telefonici, occupando un centinaio di lavoratori in uno stabilimento di corso Palermo.

Nel 1939, in prossimità della seconda guerra mondiale, l’azienda entra nel settore della gomma, avviando la produzione di maschere antigas nei reparti della Sirca, una piccola fabbrica di corso Regio Parco già di proprietà della Ceat. Nonostante i bombardamenti alleati, l’azienda si riprende in tempi brevi e, subito dopo la guerra, riconverte la propria attività. Pur conservando la produzione di cavi elettrici, inizia a fabbricare pneumatici per automobili, motociclette, biciclette e veicoli agricoli. Nel 1946 sposta la produzione della gomma nel nuovo stabilimento di via Leoncavallo, sorto su un’area di oltre 65.000 metri quadrati; nel 1961 è in grado di fornire 1000 pneumatici al giorno impiegando 1200 lavoratori, che diventeranno 1750 all’inizio degli anni settanta.

L’epoca della grande crescita

Dalla fine degli anni cinquanta la Ceat inizia un periodo di grande espansione, prima a livello locale e poi nazionale e internazionale. Nel 1959 apre uno stabilimento a Settimo Torinese, nel 1962 ad Anagni e nel 1967 ad Ascoli Piceno. Nello stesso periodo la Ceat diventa a tutti gli effetti una multinazionale inaugurando impianti in Francia, Spagna, India, Colombia, Cile, Venezuela e Brasile, con un totale di circa 20.000 dipendenti.

L’epoca del declino

Gli anni della grande crescita corrispondono però anche ai primi scricchiolii che la Ceat incontra di fronte all’introduzione sul mercato della gomma radiale, pneumatico con una durata doppia rispetto a quello tradizionale e che l’azienda torinese non riesce a produrre a causa del mancato adeguamento dei suoi stabilimenti.

Nel 1980, Alberto Bruni Tedeschi, figlio del fondatore Virginio, cede l’azienda alla finanziaria Sofit, che avvia un piano di ridimensionamento e poi di chiusura definitiva dello stabilimento storico di corso Palermo nel 1981 e l’anno successivo di quello di via Leoncavallo, già danneggiato da un incendio nel 1961.

Contemporaneamente il marchio Ceat è acquistato dalla Pirelli, che ne mantiene la proprietà fino al 1983, quando è ceduto al gruppo indiano Rpg (Rama Prasad Goenka), che ne muta la denominazione in Ceat Ltd. Il gruppo ancora oggi è leader nella produzione di pneumatici in India.

Lo stabilimento di corso Palermo, dopo un periodo di abbandono, è sottoposto a radicale trasformazione. Nel 2011 è abbattuta la manica in cemento armato che collegava i due edifici principali e che caratterizzava in modo molto particolare la zona. Attualmente i locali contengono uffici e residenze private; sorte analoga tocca alla struttura di via Leoncavallo, che oggi ospita, tra l’altro, la biblioteca civica Primo Levi.

Riferimenti bibliografici

MuseoTorino