1. Enrico Scavini deposita il marchio di fabbrica “Ludus Est Nobis Constanter Industria”, il cui acronimo è Lenci

  2. Comincia la produzione di fiori e coroncine nel panno Lenci

  3. Le ceramiche della Ars Lenci sono esposte alla IV Triennale di Arti decorative di Monza

  4. L’azienda si trasferisce dalla storica sede di via Cassini 7 a quella di via San Marino 56 bis

Ars Lenci

Un’unione sentimentale e professionale

Nell’aprile del 1919 Enrico Scavini, marito di Helen König, deposita il marchio di fabbrica “Ludus Est Nobis Constanter Industria”, il cui acronimo è Lenci. L’azienda, che assume la denominazione di Ars Lenci, si dedica alla produzione di “giocattoli in genere, mobili, arredi e corredi per bambino”. Il marchio, molto originale ed evocativo, ha un’origine colta e insieme affettiva. Si riferisce infatti al soprannome familiare di Helen König da bambina: per tutti era Lenci o Lencina.

Nata a Torino il 28 febbraio 1886 da madre austriaca, una donna molto istruita e raffinata, e dal padre Francesco, dottore in chimica e scienze naturali, giunto a Torino nel 1885 per ricoprire l’incarico di responsabile della Reale Stazione Agraria, trascorre in città la sua prima infanzia.

Il padre purtroppo muore molto giovane e la madre rimane sola con quattro figli. Helen, prima con la mamma, poi da sola, viaggia attraverso Svizzera, Austria, Ungheria e Germania, adattandosi a svolgere svariati lavori.

A Düsseldorf frequenta la Scuola d’Arte Applicata, diplomandosi in fotografia nel 1907.

Tornata a Torino, nel 1915 sposa Enrico Scavini e dalla loro unione sentimentale e professionale nasceranno opere e produzioni note in Italia e all’estero e ancor oggi considerate pezzi di modernariato dal particolare pregio.

Il feltro e le ceramiche

L’azienda si diversifica fin dagli esordi producendo oggetti in legno, mobili per bambini, cappelli, scialli e scarpe, ma soprattutto i pupazzi e le bambole in feltro, che ne decretano l’indiscutibile successo. Alcuni artisti dell’epoca, come Gigi Chessa e Marcello Dudovich, collaborano con Helen König alla realizzazione delle bambole.

Nel 1926 comincia la produzione di fiori e coroncine nel celebre panno, che verrà conosciuto come “panno Lenci”, e nel 1928 la produzione di ceramiche, alcune realizzate dalla stessa Helen König, altre da Felice Tosalli, Cläre Burchart e ancora Gigi Chessa. Nel 1929 la rivista «Casabella» dedica un servizio alle ceramiche della «Ars Lenci», che nel 1930 sono esposte alla IV Triennale di Arti decorative di Monza.

Dalla crisi economica alla chiusura

La crisi economica del 1929 non risparmia l’azienda, messa in serie difficoltà anche da costi di produzione eccessivi. Nel 1933 i fratelli Pilade e Flavio Garella entrano come soci nella «Ars Lenci», che rilevano definitivamente nel 1937. Helen König è assunta per cinque anni nella sua ex azienda in qualità di direttrice artistica; nel 1938 muore il marito Enrico e dal 1941 interrompe la sua attività di ceramista. Muore a Torino nel 1974.

Beppe Garella, il figlio di Pilade, inizia a collaborare con l’azienda nel 1942, inserendo nel campionario anche i personaggi della Disney, cui si aggiungono, negli anni cinquanta, personaggi della pubblicità e della televisione come Calimero, Carmencita e Topo Gigio.

Nel 1969 l’azienda si trasferisce dalla storica sede di via Cassini 7 a quella di via San Marino 56 bis. Negli anni ottanta Beppe Garella ha la felice intuizione di riproporre i modelli originali di bambole Lenci in edizione limitata per un pubblico di collezionisti.

Il rinnovatore della Ars Lenci muore improvvisamente nel 1992. Dopo una breve direzione della figlia Bibija, l’azienda è ceduta a Bambole italiane Srl, mentre i marchi e i brevetti sono acquisiti dalla Westbay Serviços e Investimento di Madeira in Portogallo.

 

Riferimenti bibliografici

Marco Rosci, Le arti decorative e industriali in Torino tra le due guerre. Cultura operaia e vita quotidiana in borgo San Paolo, organizzazione del consenso e comunicazioni di massa, l’organizzazione del territorio urbano, le arti decorative e industriali, le arti figurative, la musica e il teatro, Musei civici, Torino 1978, pp. 168-187

Luciano Proverbio, Lenci: le ceramiche 1919-1937, Tipostampa, Torino 1979

Alfonso Panzetta (a cura di), Le ceramiche Lenci: 1928-1964. Catalogo generale dell’archivio storico della manifattura, U. Allemandi, Torino 1992

Elena Scavini König, (Lenci), Una bambola e altre creazioni, Neos, Rivoli 2007