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Michele Prochet inventa il Gianduiotto
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Il cioccolatino prende il nome di Gianduiotto e inizia a essere commercializzato dalla ditta Caffarel
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La Prochet si fonde con la Caffarel, dando vita alla Caffarel Prochet e Compagnia
Prochet
Il padre del Gianduia
Nel 1852 il maestro cioccolatiere Michele Prochet, per ovviare alle difficoltà di reperimento del cacao, dovute al blocco commerciale imposto da Napoleone III, introduce nella produzione le nocciole. Sceglie quelle di qualità “tonda gentile” delle Langhe, le trita finemente e le unisce al cacao dando vita a quella che diverrà famosa come pasta Gianduia. Crea così i cioccolatini inizialmente denominati givò, che in piemontese significa “mozzicone di sigaro”, che dal 1865 acquisiscono la forma di barchetta rovesciata nota ancora oggi.
Il Gianduiotto
Notizie certe sulla ditta fondata da Michele, la Prochet, Gay e Compagnia, si hanno a partire dal 1867 quando compare sulla Guida alla Città Paravia all’indirizzo di via Nuova 38, la futura via Roma. L’anno seguente la ditta ottiene un prestigioso riconoscimento all’Esposizione mondiale di Parigi.
Nel 1869, durante i festeggiamenti del Carnevale, la maschera di Gianduia autorizza Michele Prochet, con decreto ufficiale, a dare il suo nome al cioccolatino che cambia, da quel momento, la propria denominazione in “gianduiotto”. A partire dallo stesso anno inizia a essere commercializzato dalla ditta Caffarel.
Nel 1870 risulta che l’azienda abbia il proprio stabilimento in piazza Statuto, nello stesso anno fa richiesta all’amministrazione comunale di poter costruire un nuovo stabilimento in via del Carmine 28, sul canale Ceronda. L’edificio è pronto al termine dell’anno successivo, ma purtroppo funzionerà solo per pochi mesi a causa delle infiltrazioni d’acqua che rovinano le materie prime.
Grazie ai crescenti successi di vendite e alle buone relazioni fra le due ditte nel 1879 la Prochet si fonde con la Caffarel, dando vita alla Caffarel Prochet e Compagnia.
Riferimenti bibliografici