1. I fratelli Pietro e Vittorio Diattofondano la Società Anonima Diatto-A. Clément vettura marca Torino

  2. Inizia la produzione dalle carrozze ai vagoni ferroviari e tramviari

  3. Apre un nuovo reparto carrozzeria e converte la produzione in autocarri per uso bellico

  4. L’azienda è incorporata nella Veglio & C. Spa e il marchio scompare

Diatto

Una famiglia di carradori

Nel 1905 i fratelli Pietro e Vittorio Diatto, nipoti di Guglielmo Diatto, un cittadino di Carmagnola che nel 1835 si era trasferito a Torino per fondare, lungo le rive del Po ai piedi del Monte dei Cappuccini, un’officina di carradore, danno vita alla fabbrica di automobili Società Anonima Diatto-A. Clément vettura marca Torino. Per avviare la produzione commissionano all’ingegner Pietro Fenoglio la costruzione di un edificio industriale, in stile Art Nouveau, che sorge su un’area di 25.000 metri quadrati tra le vie Frejus, Cesana, Revello e Moretta. Lo stabilimento, composto da una palazzina per uffici e da un’officina di 6000 metri quadri, già nel 1907 impiega 500 operai e produce 250 vetture sportive e di lusso, apprezzate da clienti importanti come la Casa Reale: la regina Margherita ne possiederà una.

Non solo sono vendute in tutta Italia, ma sono esportate in Europa, America e Australia. Dal 1909 i due ingegneri Diatto, seguendo le orme del padre e dei tre zii che avevano ereditato l’officina del nonno Guglielmo, allargandone la produzione dalle carrozze ai vagoni ferroviari e tramviari, espongono ai Saloni Internazionali dell’Automobile e le loro vetture vincono ben 300 gare, tra cui il raid San Pietroburgo-Mosca del 1908.

Tra le due guerre

A partire dal 1915 lo stabilimento della Diatto apre un nuovo reparto carrozzeria e converte la produzione in autocarri per uso bellico. L’anno successivo acquista uno stabilimento a Chivasso e acquisisce il pacchetto di maggioranza della società francese Gnome & Rhône, impegnata con la Bugatti e sotto la direzione della Diatto nella costruzione di motori per l’aeronautica.

A fine guerra muta più volte il proprio assetto societario, nel 1920 trasferisce la sede a Roma, partecipa a numerose gare automobilistiche e, nel 1921, torna a Torino in via Venaria 73. Nonostante il buon andamento delle vendite, l’aumento di capitale e il riconoscimento a livello nazionale ed estero, la casa produttrice entra in una forte crisi a causa del dissesto finanziario dei fratelli Musso, industriali tessili divenuti i principali azionisti dal 1924. Tra alti e bassi la Diatto si riprende, partecipa a diverse gare internazionali, ma negli anni trenta, dopo aver realizzato oltre 8500 vetture, ne interrompe la produzione, proseguendo solo con quella dei ricambi. Il marchio scompare nel 1955, quando l’azienda è incorporata nella Veglio & C. Spa.

Attualmente lo stabilimento di via Frejus 21 è sede del Settore Statistica della Città di Torino.

Riferimenti bibliografici

Marche italiane scomparse, Museo dell’automobile, Torino s.d.

Giancarlo Amari, Torino come Detroit (capitale dell’automobile: 1895-1940), Nuova Casa editrice Cappelli, Bologna 1980

Veniero Molari, L’industria automobilistica torinese, Tesi di laurea, Università degli studi di Torino, Facoltà di economia, relatore prof. Dino Gribaudi, correlatore prof. Giovanni Castellino, anno accademico 1962/1963

MuseoTorino